Ph. Aliaksei Zuyeu 

 

4 novembre 2020: 283 candeline per il Teatro di San Carlo

La sera del 4 novembre del 1737 fu inaugurato con grande sfarzo a Napoli il nuovo teatro che Carlo di Borbone aveva voluto come primo atto simbolico per l’avvio del suo regno. Non a caso fu scelto il giorno di San Carlo, onomastico del sovrano, che divenne anche il nome del teatro subito definito “miracoloso”. L’edificio, infatti, era stato costruito con spesa enorme in pochi mesi dall’ingegnere militare Giovanni Antonio Medrano con la consulenza di un esperto impresario, Angelo Carasale. I Giornali del tempo riportarono lo stupore dei napoletani che parteciparono all’inaugurazione del teatro “il quale, per l’ampiezza, magnificenza e perfetta sua architettura e simmetria non ha nell’Italia, anzi nell’Europa, chi possa pareggiarlo…Alla comparsa del re nostro signore…si videro tutti i palchi riempiti di dame adorne di ricchissimi abiti e di preziosissime gemme, com’altresì di cavalieri in abiti di sfarzosissima gala…”. Il programma della serata era stato accuratamente studiato e prevedeva l’allestimento di un’opera in musica di Metastasio, L’Achille in Sciro, musicata dal maestro della Real Cappella Domenico Sarro, interpretata da grandi cantanti del tempo come Vittoria Tesi detta “la Moretta” (per il colore della sua pelle) e il castrato Giovanni Manzuoli, e dall’orchestra di corte già considerata tra le migliori d’Europa, con balletti e splendidi apparati scenici che simboleggiavano il potere del re. Il successo fu strepitoso e da allora il mito del nuovo teatro di Napoli si sparse rapidamente in tutta Europa, anche grazie ai racconti dei viaggiatori che ne descrissero le meraviglie, da De Brosses a Sade, Burney e tanti altri.

La magia della serata inaugurale, in quel 4 novembre di 283 anni fa, restò a lungo nella fantasia dei napoletani e dette origine a leggende e racconti che oggi ci appaiono ingenui, ma contribuirono al mito persistente del teatro.

Salvatore di Giacomo pubblicò nel 1890 sul Corriere di Napoli un racconto di sua completa invenzione che però fu a lungo creduto autentico, basato su una finta lettera di una principessa di Caposele scritta ad una amica veneziana per raccontare i particolari più mondani della serata di inaugurazione del 1737: «[...] Sono le due ore della notte. Ritorno dal teatro di San Carlo, questa sera per la prima volta aperto alla meraviglia dei napolitani e con musica e ballo inaugurato alla invitta presenta di Sua Maestà, Dio guardi... Che spettacolo [...]! Violante mia, che lumiere, che sfarzo, che colpo d’occhio... […]». Di Giacomo era stato preceduto da Carlo del Balzo che sulla rivista “La Ricreazione” del 1885 aveva addirittura riportato un immaginario dialogo tra Carasale e re Carlo, in cui si descrive la storia del famoso “passaggio segreto” che avrebbe portato dalle camere del sovrano direttamente al Palco Reale e che sarebbe stato costruito in tre ore. Fu Benedetto Croce ad iniziare un rigoroso esame dei documenti che oggi ci consentono di studiare la vera storia del Teatro di San Carlo, non meno meravigliosa di quel che il mito ci ha trasmesso, dopo tre secoli.

 

 

Dinko Fabris

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